[…] Siamo sempre a Princeton, diventata ormai, dagli anni Trenta, la “città santa” della fisica.
Robert Dicke (1916-1997), collega di Einstein, fisico di primissimo piano cui si debbono svariati contributi in campo scientifico, osserva, nel 1961, che non è l’uomo che si è adattato all’universo, ma l’universo che è adatto all’uomo. E lo è grazie a delle costanti universali variando i cui valori non sarebbe possibile la vita (R.H. Dicke, Dirac’s Cosmology and Mach’s Principle, Nature 192 (1961), pp. 440-441).
Siamo alle prime formulazioni
del cosiddetto Principio cosmologico antropico.
da: F.Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, cap. XVII