Tra i tanti scienziati che hanno accostato la Sindone, vuoi per curiosità, vuoi per fede o altro, si segnala un gruppo di fisici attivi presso il prestigioso centro di ricerca Enea (Ente per le Nuove Ricerche, l’Energia e l’Ambiente) di Frascati.
Giuseppe Baldacchini, premio Sergio Panizza per la Fisica nel 1993, è stato il leader del gruppo fino al 2008, ed ora è felicemente in pensione, ma ancora attivo.
Dottor Baldacchini, come è nata la sua passione per la fisica?
“La mia vera passione da giovane era il mare da solcare sulle navi militari, e infatti volevo andare all’Accademia navale di Livorno. Quando questo sogno si è infranto, allora sono passato alla fisica, per via dei consigli di un amico di famiglia che mi aveva fatto vedere cosa facevano i fisici. Mi sono poi accorto che la molla che mi spingeva era la curiosità … che ho ancora oggi”.
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Lei si è occupato di Sindone, cioè di un oggetto misterioso che rimanda, più di ogni altro, all'”oltre”. Cos’è la Sindone?
“La Sindone è un lenzuolo di lino antico… sul quale ci sono molti segni tra i quali una debole immagine corporea (IC) frontale e dorsale, e macchie di liquidi organici e inorganici. Negli ultimi decenni è stato scoperto che la IC non è un disegno o una pittura eseguita con tecniche conosciute. Inoltre:
– La IC è assente in alcuni punti quali la parte destra della faccia e della fronte e altre parti del corpo (solo recentemente se ne è spiegata la ragione che è collegata alle formalità rituali della sepoltura e alla natura fisica della formazione della IC);
– La IC contiene informazioni tridimensionali (i dipinti e le foto sono generalmente piatti e, a parte le difficoltà tecniche di riproduzione, non si spiegano i motivi che possono aver indotto l’ipotetico falsario a creare un simile effetto, inutile e sconosciuto nella storia dell’arte);
– La Sindone non contiene tracce di liquidi e gas putrescenti (questi segni sono prodotti dopo circa 40 ore dalla morte, e quindi il corpo non c’era già più prima di allora ma non troppo prima, per via delle macchie di sangue che hanno richiesto del tempo per formarsi per la liquefazione del sangue già coagulato, processo di emolisi);
– Il corpo non è stato rimosso manualmente (non ci sono tracce di trascinamento in corrispondenza delle macchie di sangue) …”.
Ci può descrivere in breve il vostro esperimento per comprendere meglio la Sindone?
“Come ho già accennato, sulla Sindone di Torino esiste una IC che riproduce le fattezze di un uomo con barba e capelli lunghi, è un’immagine negativa, è estremamente superficiale, ed esiste anche là dove non c’è stato contatto tra lenzuolo funebre e il corpo dell’uomo della sindone. Fino a ora nessun tentativo è riuscito a riprodurre un’immagine identica, non tanto nelle sue proprietà macroscopiche quanto in quelle microscopiche, che sono state osservate solo recentemente con gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnica. La presenza dell’immagine in assenza di contatto e la sua superficialità mi ha convinto che solo un fenomeno radiativo con particolari caratteristiche (luce da ora in poi) potesse essere alla sua origine, ipotesi peraltro già formulata in tempi e modi diversi da altri studiosi. Allora, a Frascati abbiamo iniziato ad irraggiare tessuti di lino con laser eccimeri, sorgenti di luce coerente di grande potenza nell’ultravioletto invisibile all’occhio umano. Non è stato facile, ma dopo qualche anno di esperimenti, 2006-2008 e oltre, siamo riusciti a ottenere delle colorazioni simil-sindoniche su qualche centimetro quadro di lino, ma in condizioni molto particolari. Infatti, la giusta colorazione si ottiene solo usando impulsi di luce che durano meno di 100 miliardesimi di secondo (il nostro tempo di reazione e una frazione di secondo), e sono più potenti di qualche milione di Watt (ricordo che in casa si hanno a disposizione tremila Watt elettrici). Cioè, solo una potente e brevissima esplosione energetica di luce può produrre una colorazione simile a quella della Sindone! Ad oggi non esiste al mondo un laser eccimeri in grado di generare l’intera IC con un solo colpo. A questo va aggiunto che il corpo è letteralmente sparito dal lenzuolo funebre, Sindone, che lo avvolgeva”.
A riguardo di questo lenzuolo ha dichiarato: “L’unico fenomeno conosciuto in Fisica che conduca alla sparizione completa della massa con produzione di energia equivalente è il processo di annichilazione materia-antimateria (AMA), che oggi può essere riprodotto solo a livello subatomico nei laboratori di particelle elementari, ma che è stato invece dominante subito dopo il Big Bang, cioè negli istanti iniziali di esistenza del nostro universo”. Cosa ci può dire dai suoi studi?
“Alla fine, con le conoscenze a mia disposizione fino a questo momento, io penso che la Sidone di Torino sia veramente il lenzuolo funebre che avvolse Gesù Cristo. Mi rendo conto che questa affermazione apre uno scenario inquietante, non solo per i non credenti, ma i fatti sono fatti e vanno accettati per quello che sono”.
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Questa intervista, qui riprodotta in una versione ridotta, è tratta da: Gli scienziati davanti al mistero del cosmo e dell’uomo: https://www.dominusproduction.com/editoria/gli-scienziati-davanti-al-mistero-del-cosmo-e-dell-uomo