Una caratteristica di molti filosofi contemporanei, totalmente a digiuno di conoscenze scientifiche, ma anche di capacità di interpretazione filosofica, è quella di aver creduto di essere confermati, nelle loro visioni del mondo “dalla scienza“. Engels, Marx, Schopenhauer, Comte… sono solo alcuni dei più celebri pensatori ad aver equivocato del tutto metodi e risultati della ricerca scientifica. Anche Friedrich Wilhelm Nietzsche ha tutto il diritto di sedersi tra costoro.
Maurizio Ferraris, ordinario di filosofia teoretica all’Università di Torino, ricorda che “per tutta la vita N. cercò di rimediare alle lacune scientifiche della formazione solo umanistica ricevuta”, leggendo in modo disordinato articoli e testi spesso di dubbio valore.
Egli infatti “verso le scienze della natura conserva la deferenza del profano- giustifica la sua ontologia in base alle acquisizioni della fisica, della chimica, della biologia dei suoi tempi” (Maurizio Ferraris, Spettri di Nietzsche, Guanda, Milano, 2014, p. 39 e 114).