[…] Nella galleria di grandi matematici che precede, abbiamo incontrato molti Informatici, da Pascal e Leibniz, padri delle prime macchine calcolatrici, a Gödel […]
C’è però un altro grande protagonista della storia dell’Informatica che è opportuno accostare. Il suo nome è Federico Faggin. Figlio di un professore di filosofia, Faggin che ha iniziato a 19 anni a realizzare tecnologie all’avanguardia, aprendo le porte alle prime memorie dinamiche, alle prime memorie non volatili, al primo microprocessore al mondo, agli schermi touch…
La lista delle sue invenzioni è lunghissima, e gli è valsa riconoscimenti e premi in tutto il mondo, comprese 8 lauree ad honorem. Nel 2011 ha ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama la medaglia d’oro per l’innovazione.
Oltre che fisica e matematica, Faggin ha studiato biologia e neuroscienze, ed è stato affascinato dal “miracolo della coscienza“:
“Trent’anni fa lavoravo sulle reti neurali, per creare dispositivi che imparavano, ispirandomi alle reti neurali del cervello. Volevo incorporare certi principi che venivano descritti dai cognitivisti, e mi sono chiesto: ma la consapevolezza come si ottiene? Così mi sono trovato a pensare, con molta intensità: qual è la differenza che esiste tra un meccanismo e la consapevolezza?
E’ iniziata così una lunga ricerca personale. Circa 10 anni fa sono arrivato alla conclusione che la consapevolezza è qualcosa di molto di più. Non è, come dicono alcuni, un epifenomeno del cervello. Non credo sia possibile fare una macchina a somiglianza dell’uomo. Neppure credo a coloro che ritengono di poter scaricare, in futuro, la propria consapevolezza in un computer, per procurarsi così una sopravvivenza “eterna” su questa terra. I transumanisti, così si chiamano costoro, non capiscono che c’è una differenza incolmabile tra un uomo e un computer. E questa differenza incolmabile, ontologica, sta appunto nella consapevolezza“.
Ma in cosa consiste la consapevolezza?
Per Faggin si tratta di “qualcosa di fondamentalemente diverso dalla materia-energia che conosciamo. Non una proprietà emergente, un epifenomeno, un’ illusione, come pensano i materialisti. Come ho già scritto, essa è un canale conoscitivo streaordinario che le macchine non hanno; una differenza che è monumentale e fondamentale; la differenza tra vita e morte; un miracolo che avviene ogni secondo della nostra vita, che però non riconosciamo come tale poichè è sempre stata parte di noi. La consapevolezza è esattamente ciò che dà significato alla vita. Un computer è un sistema statico. Ne costruiamo di sempre più potenti. Quelli di oggi sono incredibilmente più potenti di quelli di cinquanta anni fa. Eppure, sul piano della consapevolezza, non ci siamo mossi di un millimetro”.
(da: Francesco Agnoli, Il misticismo dei matematici. Da Pitagora al computer, Cantagalli, Siena, 2017).
Vedi anche:
https://albertocarrara.com/2019/11/agazzi-vi-sono-aspetti-dellinteligenza/