Mentre la vendita di seme maschile comporta rischi psicologici, ma non fisici, per il cosidetto “donatore”, la vendita di ovuli è assai più complessa. Infatti la venditrice viene sottoposta ad una iperstimolazione ovarica particolarmente violenta, cioè viene bombardata di ormoni al fine di produrre non un ovulo, come avverrebbe in natura, ma molti di più (a seconda dell’etica e delle previsioni del medico).
Sentiamo a tal proposito cosa può provocare la iperstimolazione ovarica
dalle parole di un esperto come il dottor Carlo Flamigni, noto esperto di procreazione medicalmente assistita (PMA). Flamigni, nel suo “La procreazione assistita” (il Mulino), afferma che l’iperstimolazione ovarica sulla donna, preliminare a qualsiasi operazione di PMA, è “una sindrome pericolosa persino per la vita“, “una complicanza abbastanza pericolosa“.
Infatti “l’ovaio cresce in modo anomalo fino a raggiungere un volume pari a quello di un grosso melone. Successivamente, e soprattutto se l’iperstimolazione è grave, si forma un’ascite e compaiono raccolte di liquido nelle cavità pleuriche e nel pericardio. Il sangue si ispessisce e perde proteine e la funzionalità renale diminuisce pericolosamente. A causa di grossolane anomalie della coagulazione si possono determinare trombosi e tromboflebiti, talchè esiste addirittura un rischio di vita nei casi più sfortunati“. A ciò si può aggiungere che l’iperstimolazione in vista della PMA comporta anche un rischio tumore, ai genitali o alle mammelle, magari nel lungo periodo (“Le Scienze“, Settembre 2004).
Ulteriore conferma a questi dati, piuttosto conosciuti tra chi si occupa dell’argomento, viene da un documentario veramente impressionante, “Eggsploitation”, a cura del Center for Bioethics and Culture americano, premiato al Festival californiano di cinema indipendente e di cui parleremo in maniera approfondita nei prossimi giorni.
E’ la storia di alcune donne che raccontano di aver venduto o donato i loro ovuli, completamente ignare di ciò a cui andavano incontro, causa il silenzio assordante dei media, ma anche di quei medici che hanno proceduto all’espianto dei loro ovuli. Queste ragazze hanno patito, in seguito alla vendita degli ovuli e quindi alla iperstimolazone ovarica preliminare, cancri, sterilità, emorragie. Alcune sono addirittura morte.
Di seguito un articolo sul tema comparso sul mensile Pro Vita del gennaio 2016: