Le parole informatica, formula, informazione…, così utilizzate in campo scientifico, derivano in qualche modo dalla parola forma, nell’ambito della filosofia greca sinonimo di idea (intesa platonicamente come essenza delle cose, di natura squisitamente intellegibile e non sensibile).
Nota Enrico Berti, celebre studioso di Aristotele, che la forma della ruota è ciò che permette ad una certa materia di rotolare, e di comportarsi in un certo modo, come la formula dell’acqua (H2O) fa sia che sia, appunto, acqua: “ora né la forma della ruota né la formula dell’acqua sono materia e pur tuttavia esistono, dunque smentiscono qualunque forma di monismo, sia materialistico che idealistico, ma non sono entità a se stanti, e dunque smentiscono anche qualunque forma di dualismo“.
La parola informazione si usa anche a riguardo della genetica.
Il medico francese, padre della citogenetica, Jerome Lejeune (1926-1994) scrive: “Quando Pascal riuscì ad imitare il calcolo aritmetico su una macchina con file di ruote e denti, dimostrò per la prima volta nella storia che era possibile incorporare un po’ di logica nella materia dando alla materia forma appropriata. Questa è stata un’immensa scoperta. Gli enormi computer della Nasa sono il risultato della sua umile macchina calcolatrice”.[…]
E ancora: “La grande sorpesa, quando trattiamo di esseri umani, è che all’inizio, in questa piccola sfera di un millimetro e mezzo (l’embrione, ndr), tutta l’informazione necessaria per spiegare ognuna delle qualità della persona che nove mesi dopo chiameremo Pietro, Paolo o Margherita è già lì. Con lo sviluppo di questa formula straordinaria scritta nella prima cellula (embrionale, ndr) scopriamo che la materia è obbligata – forzata!- da questa informazione a formare un sistema straordinariamente complesso che ha l’intelligenza nel suo interno. Se tutta l’informazione è già lì dall’inizio, significa che è lo spirito che anima la materia, e la materia aiuta lo spirito a manifestarsi. L’antica disputa tra materialismo e spiritualismo è certamente abbandonata: tra la materia e lo spirito, è lo spirito che è importante!” (Jerome Lejeune, Il messaggio della vita, Cantagalli, Siena, 2002, p. 36 e 40).
Dunque, per Lejeune “informazione è sostanzialmente qualcosa di immateriale, è pensiero, è parola. Al momento del concepimento, il pensiero, la parola, diviene carne, individuo vivente appartenente alla specie umana. Et Verbum caro factum est” (Jean-Marie Le Méné, Il professor Lejeune, fondatore della genetica moderna, Cantagalli, Siena, 2008, pag.13).
La centralità del concetto di informazione porta ad una “filosofia digitale” a cui da tempo lavorano fisici, matematici, informatici, filosofi… e che si può riassumere nel detto del grande fisico teorico all’origine delle teorie sui “buchi neri”, John Archibald Wheeler: It from bit, cioè la materia viene dall’informazione, e nell’altra celebre espressione In principio era il bit, riedizione moderna della credenza cristiana del Logos, del Verbum, come principio di ogni cosa (In principio erat Verbum).
da: F.Agnoli, Il misticismo dei matematici. Da Pitagora al computer, Cantagalli, Siena, 2017.