Il dialogo forse più letto di Platone, per secoli, è il Timeo. In esso Platone cerca di sciogliere il dualismo tra mondo delle Idee, eterne, e mondo delle cose. Introduce dunque la figura del Demiurgo, un divino artigiano cui è affidato il compito di plasmare la materia, eterna, caotica e preesistente, ad “immagine e somiglianza” delle idee (Idee=mondo intelleggibile= modello).
Dunque il cosmo platonico origina da questo rapporto, e da questa azione del Demiurgo, che agisce in quanto buono e amante del Bene. Egli è come uno scultore che prende marmo in-forme e, mirando al regno delle idee, gli dà forma.
Come è questo cosmo? Anzitutto è un magnum animal, un immenso organismo animato,
vivente dotato di un’anima, l’anima mundi (che precede ontologicamente il mondo, che costituisce il suo corpo); in secondo luogo è vivificato dagli astri, “dei visibili“, in un certo senso aiutanti, coadiutori del Demiurgo nella formazione e nel governo del cosmo.
Il quale è circolare, sferico (il cerchio è la figura geometrica perfetta), ruota, ed è composto dai 4 elementi, ordinati grazie ai numeri (si parla di pitagorismo platonico, in quanto la matematica diventa “la sintassi del mondo”).
La Terra, sferica, è al centro, ed è immobile (geocentrismo* ed immobilità della Terra).
La materia è vista negativamente, come eterna, e come causa di ciò che vi è di male nell’Universo.
Il Medioevo amerà molto il Timeo platonico, che sarà una delle letture preferite anche del premio Nobel per la Fisica Werner Heisenberg, nel Novecento, in quanto contiene alcune idee destinate a successo:
-l’idea di una Mente ordinatrice; l’idea secondo cui questo ordine è visibile nella struttura matematica del mondo; l’idea per cui dalle cose si può in qualche modo risalire, almeno in parte, al Demiurgo plasmatore. Queste idee le troveremo anche nella grande scienza moderna, da Galilei, a Keplero…
Ma nel Timeo ci sono anche idee che i filosofi e gli ecclesiatici medievali respingeranno:
In particolare i Padri della Chiesa negheranno:
-che vi sia distinzione tra Demiurgo e mondo delle Idee: per loro Dio contiene in sè le idee (non esistono cioè idee separate, disconnesse tra loro, ma tutte sono nella Mens divina) ed è nel contempo Creatore del mondo;
-che la materia sia eterna. Per i Padri anche la materia è creata, perchè Dio “crea dal nulla”; in quanto creata non è negativa, ma “buona”;
–infine i Padri sosterranno che l’Universo non ha un’anima, non è un grande animale, e che gli astri non sono “dei visibili”, ma creature che obbediscono a delle leggi imposte dal Legislatore (vedi ad es.: http://www.filosofiaescienza.it/850-2/ ). Questa idea, soprattutto, aprirà la strada alla concezione dell’universo non come magnum animal, ma come mundi machina (filosofi e teologi del XII secolo, Roberto Grossatesta su tutti). La conseguenza è la condanna aperta dell’astrologia e della pratica degli oroscopi (condizione preliminare ad una visione razionale e non magica della natura) e dunque il passaggio dall’astro-biologia degli antichi (gli astri come creature viventi, animate, capaci di influenzare la vita stessa degli uomini) all’astro-nomia moderna (gli astri come creature materiali, senza anima, che obbediscono a nomoi, cioè leggi).
Un passo dalla ‘Storia dell’astrologia’ di Kocku von Stuckard, in cui si illustra la distanza tra la visione degli astri di Platone e quella del filosofo e teologo medievale sant’Alberto Magno.
Un passo dalla ‘Storia della filosofia occidentale’ di B. Russell
Va aggiunta una considerazione per gli storici della scienza: 1) il geocentrismo greco, platonico e poi aristotelico, 2) l’idea dei pianeti come dei dotati di moto circolare, 3) la dottrina aristotelica dei cieli lisci, divini, perfetti, cristallini, verranno ereditati dall’Europa medievale, e costituiranno un freno alle nuove scoperte.
La nuova scienza nascerà non solo attingendo alla Grecia, ma anche, spesso, accantonando idee greche divenute “intoccabili”, ma senza fondamento. In particolare il geocentrismo verrà criticato dai 3 Niccolò (tutti e 3 ecclesiastici): Oresme, Cusano, Copernico; il moto circolare dei pianeti verrà confutato da Keplero; la dottrina dei cieli lisci, perfetti, cristallini, combattuta già dai Padri della Chiesa, riaffermatasi nelle Università del Basso Medioevo, verrà confutata da Galilei.
Di seguito due pagine di introduzione al Timeo, a cura di Giuseppe Lozza, e una pagina dal Timeo stesso:
*Il geocentrismo di Platone, e quello greco in generale, non è legato ad una visione positiva della Terra, al contrario: per Aristotele la Terra è al centro perchè è il più imperfetto dei pianeti; Plutarco ci dice che anche Platone, vecchio, “si pentiva grandemente di aver collocato la terra nel mezzo dell’universo…il luogo centrale e più nobile essendo da riservare a qualche altra cosa più degna” (G.Abetti, Storia dell’astronomia, p.32).