Jacques Testart è un famoso biologo francese, padre della prima bambina concepita in provetta in Francia. Ha scritto vari libri di riflessione
sulle tecniche di fecondazione artificiale, sul denaro che muovono e sui rischi fisici e psicologici connessi alla procreazione artificiale. In generale ama riflettere sulla “volontà di potenza” che anima alcuni scienziati odierni.
Riportiamo alcune sue considerazioni:
“Il fatto stesso, ora più che noto, che condividiamo il 99% del nostro patrimonio genetico con lo scimpanzé dovrebbe convincerci fino in fondo che l’essenziale è altrove: se geneticamente, soltanto un uno per cento distingue uno scimpanzé da Shakespeare, questa è proprio la prova che non sono i geni di Shakespeare ad aver scritto l’Amleto”1.
1 Jacques Testart, La vita in vendita, Lindau, Torino, 2005, p.54.
“La vita è tutt’altra cosa rispetto al Dna. Il Dna è uno degli elementi che partecipano al vitale e all’informazione, ma non è l’unico, ce ne sono altri, e oggi assistiamo alla nascita di un nuovo riduzionismo attorno alla molecola del Dna. Quel che preoccupa è l’illusione di controllo che si associa a questo riduzionismo perché questa molecola viene descritta in ogni suo particolare e si fa finta di possederne tutti i segreti…Tutto sommato, la decrittazione del genoma, impresa che tutti immaginiamo essere il culmine del progresso, il colmo dei colmi in materia di conoscenza, è una scienza da asini, è un’attività soltanto descrittiva che si accontenta di un inventario, dell’anatomia di cose che non si vedono…Messi con le spalle al muro, davanti alla ‘carta del genoma’ che non spiega niente, alcuni stanno cominciando a interrogarsi e vorrebbero riallacciare i rapporti con la fisiologia, le funzioni, la vita, insomma incontrare nuovamente la complessità”.
Il caso del virus dell’Aids, continua Testart, “è illuminante a questo proposito. Da un lato, il virus non ha più niente di segreto: la sequenza del suo genoma è nota dal 1984, i suoi geni (che sono soltanto 12) sono stati repertoriati e studiati; l’azione delle sue proteine è stata analizzata. Eppure ci si continua a chiedere quale rapporto hanno le molecole del virus con la vita e con la morte. Il virus dell’aids ci mostra come sia possibile sapere ‘tutto’ e capire così poco”1.
1 Idem, p. 40 e 48.
“Negli Stati Uniti, ricorda Testart, la terapia genica è quotata in borsa… Qualche anno fa l’ufficio americano dei brevetti aveva concesso a Incyte un brevetto su 44 geni umani. L’unico lavoro dell’azienda era consistito nello scoprire un frammento di ciascuno dei 44 geni, senza nemmeno che la loro funzione precisa fosse identificata. Ma questi geni sono ormai una sua proprietà esclusiva: nessuno potrà sfruttarli senza l’accordo, vale a dire royalties che immaginiamo alte, di Incyte…La sola Celera Genomics, l’azienda del filibustiere Craig Venter, ha depositato tra dieci e ventimila domande di brevetto. L’appropriazione dell’oggetto scoperto, che sopprime i limite fra scoperta e invenzione, è qualcosa di nuovo nella scienza. Riusciamo a immaginare Cuvier che reclama i diritti sui fossili o Marie Curie che fa brevettare l’uranio?”1.
1 Idem, p. 51.
L’illusione di alcuni genetisti arriva a ritenere che “la determinazione completa dei geni ci permetterebbe oggi di abbracciare la totalità delle malattie”; questo “vuol dire presupporre a priori che tutte le malattie che potrebbero colpire l’essere umano sono già determinate; ora questo non è assolutamente vero, delle malattie del XXI, del XXII e del XXIII secolo non abbiamo alcuna idea; il mondo delle malattie è, se non infinito, almeno indefinito… Credere oggi che sia possibile selezionare i ‘buoni’ e i ‘cattivi’ geni, significa cadere nello stesso errore dei medici del XIX secolo che credevano alla possibilità prossima d’inventare tutti i vaccini. Poiché non sappiamo quali saranno le malattie di domani, ignoriamo quali siano i geni ‘buoni’ nei confronti di queste malattie. Al contrario, nel nostro zelo eugenista, oggi potremmo eliminare un gene che dichiariamo ‘cattivo’ o ‘inutile’ ma che potrebbe essere molto prezioso nel futuro nel caso in cui la specie umana venisse investita da una nuova malattia ancora sconosciuta…i genetisti realizzano i loro esperimenti prescindendo dall’ambiente, quando invece è il fattore ambientale che si rivela decisivo per la maggior parte del tempo”1.
1 J. Testart, Idem, p. 92,93.