Cosa è la vita? Come mai essa appare così rara, nell’universo sino ad ora esplorato, e così sovrabbondante e varia sulla Terra?
Essa è frutto del caso o di un progetto? Esiste per fortunate coincidenze, o per volere di Qualcuno?
Come può derivare la vita, dalla non vita, la materia organica, dalla materia inorganica? Vi è una differenza ontologica, incolmabile, di qualità, tra ciò che è vivo e ciò che non lo è,
o solo una differenza quantitativa, di grado?
Poche realtà suscitano altrettanti interrogativi filosofici e scientifici come la vita. Interrogativi cui la scienza, per ora, non ha trovato risposte. Fornisce infatti indizi, considerazioni, ma non certezze. Però si comincia ad intravedere sempre meglio un fatto: vi è un importante legame tra l’evoluzione cosmica e quella biologica; vi sono profonde connessioni tra stelle e atomi, cosmo e uomo; vi sono condizioni cosmiche inziali molto particolari, mancando le quali non potrebbe nascere la vita: “Condizioni di per sé necessarie, ma non necessariamente sufficienti né per la vita, né, a maggior ragione, per la vita intelligente e libera“.
Di seguito una pagina da Francesco Agnoli, Filosofia, religione, politica in Einstein (Esd, Bologna, 2016). In particolare, nella nota 8 vengono citati molti scienziati alle prese con il dilemma vita.
Oltre alle particolari condizioni cosmiche, la comparsa della vita richiede anche particolari condizioni locali. La Terra è un pianeta speciale, un pianeta privilegiato?
Umberto Fasol ricorda, nel suo La creazione della vita (Fede& Cultura, Verona, 2007) alcune peculiarità del nostro pianeta:
Vedi anche: http://www.filosofiaescienza.it/erwin-chargaff-la-vita-mistero-impenetrabile/#more-148