E’ in libreria dal 31 ottobre “Scienziati in tonaca. Da Copernico, padre dell’eliocentrismo, a Lamaître, padre del Big Bang”, il nuovo saggio di Francesco Agnoli e Andrea Bartelloni, che ambisce a ristabilire la verità sul rapporto tra fede e scienza, attraverso una serie sintetica ed accattivante di biografie di molti suoi protagonisti nell’età moderna e contemporanea (“La Fontana di Siloe”, Torino 2013, pp. 136, euro 14). Si tratta di ritratti nei quali, con taglio efficacemente giornalistico e divulgativo, «si mescolano vita affettiva, scoperte scientifiche e fede religiosa, nel tentativo di rendere conto, in minima parte, del fecondo rapporto esistente nella Storia tra fede e ragione» (p. 7) .
Così si scopre che molti di essi sono stati dei cristiani convinti, da Keplero a Newton, da Maxwell a Volta, da Galvani a Planck, tutti autentici giganti del pensiero scientifico. Ma, fra gli studiosi che hanno contribuito con il loro lavoro alla nascita della citologia, della biologia, della genetica, della cristallografia, della geologia e dell’astronomia, molti vestivano la “tonaca”, erano cioè sacerdoti o religiosi. Nomi a tutti noti, come quello dell’abate Gregor Mendel o padre Lazzaro Spallanzani (1729-1799), considerato il “Galilei della biologia”, e meno noti, come quello di Georges Lemaître, padre del “Big Bang”, o del tutto dimenticati come quelli dell’Abbé René Just Haüy, di padre Bonaventura Corti (1729-1813), don Giovanni Battista Venturi (1746-1822) e padre Timoteo Bertelli (1826-1905).
Agnoli e Bartelloni partono nella loro esposizione confutando quel “dogma positivista”, sposato sia dagli ambienti liberali del XVIII e XIX secolo sia dai totalitarismi novecenteschi e dallo scientismo contemporaneo, che afferma l’incompatibilità fra la fede e la ragione, identificando il Cristianesimo come una fase “primitiva” o, nella migliore delle ipotesi, livello “iniziale” del progresso dell’umanità, da rigettare quindi del tutto una volta raggiunta la fase “positiva”.
Si tratta di un assunto, spiegano gli autori, nutrito essenzialmente da una versione distorta e antistorica dell’affare Galilei, che è stato utilizzato per fare breccia nell’immaginario collettivo. La realtà, però, è facilmente verificabile: all’origine della scienza sperimentale moderna vi sono essenzialmente uomini religiosi, profondamente religiosi; uomini per i quali studiare la natura altro non è che cercare di leggere il libro scritto dal Creatore, andare alla ricerca delle sue tracce, delle sue orme. Senza nessuna presunzione di possedere ogni verità, di ridurre la causa prima alle cause seconde, di trasformare la scienza sperimentale in una fede, di farne una metafisica onnicomprensiva….
Francesco Agnoli, insegnante e storico, ha pubblicato vari saggi sul tema fede e scienza, tra cui “Scienziati, dunque credenti, Spallanzani e Mendel: alle origini di biologia e genetica, La grande storia della carità” (“Edizioni Cantagalli”, Siena 2012) e “Miracoli. L’irruzione del soprannaturale nella storia” (“La Fontana di Siloe”, Torino 2013), scritto insieme a Giulia Tanel.
Andrea Bartelloni, medico chirurgo, collabora con testate giornalistiche locali e nazionali, avendo curato in particolare pubblicazioni storiche e scientifiche focalizzate soprattutto sul tema dei rapporti tra scienza e fede.
“Scienziati in tonaca. Da Copernico, padre dell’eliocentrismo, a Lamaître, padre del Big Bang”, di Francesco Agnoli e Andrea Bartelloni, La Fontana di Siloe, Torino, 2013, pp. 136, euro 14.