La recensione pubblicata sull’Almanacco delle Scienze del CNR (marzo 2016):
Raccontare il personaggio Einstein, lo scienziato Einstein, l’uomo Einstein non è facile. Ancor più difficile è catturare l’attenzione
di quanti cercano di documentarsi sulla sua vita, data la mole di saggi e biografie disponibili. Francesco Agnoli nel suo libro ‘Filosofia, religione, politica in Albert Einstein‘, edito da Esd (collana Le frecce), fa emergere una figura in parte diversa da quella consolidata nell’immaginario. Come sottolinea l’autore, non c’è scienziato nella storia recente che abbia goduto il successo mediatico dello scienziato tedesco. Grazie alle sue teorie, ma anche al volto inconfondibile e ai capelli arruffati, è molto più famoso di qualunque altro pur autorevole studioso.
Einstein nasce nel 1879 da genitori ebrei a Ulm in Germania. Comincia a parlare piuttosto tardi, ma a sei anni inizia a suonare il violino, sua grande passione che coltiverà per tutta la vita. Compiuti i sedici anni interrompe gli studi di liceo a Monaco e lascia la Germania, trasferendosi con i genitori a Pavia. Attratto dai misteri dell’energia e dallo studio di Galvani, Volta, Maxwell, giunge a scoperte che sconvolgeranno la fisica. Ma altrettanto importanti e significative furono, secondo Agnoli, le ricadute delle sue teorie a livello politico. Einstein fu infatti accusato dai nazisti di promuovere una ‘fisica ebraica‘ e dai sovietici di anti-materialismo. Si trovò coinvolto in tutti i momenti epocali che segnarono il Novecento: avversò la prima guerra mondiale; fu esule dalla Germania nazista e antisemita; prese posizione riguardo all’Urss, finanziando scritti che svelavano le atrocità staliniane e rifiutando di firmare manifesti pseudo pacifisti di matrice comunista; fu sionista, ma con molti distinguo.
Dal ritratto di Agnoli, che dedica molto spazio anche agli amici scienziati e non (da Planck a Lemaitre, da Gödel a padre Odorico Caramelli e Thomas Mann) emerge l’immagine di un uomo che amava guardare le stelle e suonare il violino, che amava l’Italia (il nonno di Agnoli, peraltro, ne fu il traduttore quando Einstein venne all’Università di Bologna), e che fu, a suo modo, anche una sorta di ‘teologo’. Nelle sue riflessioni ritornano infatti di frequente non solo termini come tempo, spazio, materia, ma anche Dio, mistero, fede…
La parte più originale della biografia è proprio quella in cui si analizza in modo dettagliato la graduale riscoperta da parte dello scienziato del rapporto con le radici ebraiche e la cultura biblica, in relazione all’ascesa del nazismo e al porsi di domande extrascientifiche: esistono, accanto alle leggi naturali, leggi morali? Cosa permetterà all’uomo, capace di fabbricare la bomba atomica, di utilizzare per il bene le sue scoperte? Chi scegliere, quanto alla politica, tra Mosè e Machiavelli?
In appendice una lunga intervista al matematico Enrico Bombieri, unica medaglia Fields italiana, docente nell’Università di Princeton, dove Einstein passò buona parte della sua vita.
U. S.
Di seguito una intervista dell’autore su Einstein: